Il trattamento Shiatsu potrebbe essere paragonato ad una danza tra shiatsuka e ukè (il ricevente) che crea armonia e movimento, cercando insieme di lasciare andare preoccupazioni, paura, dolore ovvero tutto ciò che può creare tensioni al corpo-mente-spirito.

Quando eseguiamo un trattamento portiamo la persona al limite delle sue possibilità, cercando di darle più consapevolezza di ciò che il suo corpo può fare.
Quante volte infatti controlliamo il nostro corpo, lo teniamo, lo leghiamo e non permettiamo che si rilassi?

Ciò che un ukè ha la possibilità di sperimentare durante il trattamento è la fiducia a lasciarsi andare e comprendere che non succede nulla se permettiamo all’altro di entrare in contatto con noi. Dall’altra parte l’operatore al tempo stesso ha la possibilità di sperimentare sè stesso, il suo movimento, i suoi limiti.
Si crea così uno scambio, una danza.
Immaginiamo due ballerini, il loro movimento deve essere armonioso, tonico non si devono creare resistenze, i due devono fluire insieme nello spazio, devono fidarsi e affidarsi completamente l’uno dell’altra.

La danza è un’arte del corpo in movimento, lo Shiatsu è l’arte del movimento dell’energia che si crea attraverso il contatto.
Questa danza è fatta di presenza, respiro, tocco, movimento e stretching.
Attraverso la presenza ed il radicamento dell’operatore il ricevente può sperimentare la propria.
Attraverso gli stretching può testare quanta apertura può avere il suo corpo e quanto sia bello poterlo estendere.
Attraverso il respiro diamo la possibilità di creare una condizione di espansione e movimento tra operatore e ricevente.
La sensazione che si prova dopo un trattamento é di un “riassettamento” interno, che ci permette di sentire la nostra vera vibrazione e avere la spinta a perseguire tale stato di benessere.

Nella nostra Scuola la Shin Sei Shiatsu, impariamo a “danzare” con il nostro ukè, partendo dal lavoro su noi stessi, attraverso una preparazione psico-fisica-emozionale.
Apprendiamo a muoverci con eleganza e fluidità, a esplorare per primo il nostro movimento e poi attraverso la pratica entriamo in contatto con l’ukè creando insieme ogni volta una coreografia nuova, fatta di tecniche e amore.