VB41 – Ashi Rin Kyū: Lacrime che Gocciolano dal Piede
Situato sul dorso del piede, nella depressione tra il quarto e il quinto osso metatarsale, VB41 – Ashi Rin Kyū è molto più di un punto energetico. È il luogo dove il movimento interrotto riprende il suo corso, dove ciò che è stato trattenuto troppo a lungo trova finalmente una via d’uscita.
Punto di apertura del Dai Mai, il Meridiano Cintura, Ashi Rin Kyū raccoglie e distribuisce il Ki lungo la circonferenza del corpo, come un’antica fascia che avvolge e al tempo stesso protegge. Ma la sua funzione più profonda è quella di custodire.
Il Dai Mai trattiene nel suo abbraccio silenzioso tutti i dispiaceri, i traumi, i dolori emozionali che la persona non è riuscita ad affrontare o a sublimare nel momento in cui sono accaduti. È un archivio nascosto dell’anima e del corpo, un luogo dove le memorie dolorose vengono conservate in attesa che il tempo e il percorso personale offrano gli strumenti per affrontarle, trasformarle, integrarle.
Lavorare su VB41 significa dare un segnale a questo antico custode: è il momento di allentare la cintura, di lasciar scorrere ciò che può essere liberato, di alleggerire il peso di ciò che da troppo tempo grava sul bacino, sulle gambe, sull’addome e sul cuore profondo.
È la chiave che scioglie i lacci invisibili, permette al Ki di tornare a fluire e prepara il terreno per nuovi spazi
interiori, finalmente liberi di accogliere senza più trattenere.
TR5 – Gai Kan: La Porta Esterna che Difende e Regola
Sull’avambraccio, due tsun sopra la piega trasversale del polso, tra radio e ulna, si trova TR5 – Gai Kan. Il suo nome significa Barriera Esterna o Porta Esterna, e già nel nome rivela la sua natura di soglia, di passaggio tra il mondo interno e quello esterno.
Punto di apertura dello Yang Wei Mai, il Meridiano Straordinario che connette tutti i meridiani yang e armonizza i movimenti esterni dell’essere umano, Gai Kan protegge e regola. È la porta che decide cosa lasciare entrare e cosa tenere fuori, cosa condividere e cosa custodire, cosa mostrare e cosa nascondere.
Nel cammino della vita, molte persone costruiscono barriere emotive, difese e corazze per sopravvivere ai colpi del mondo. Gai Kan veglia su questi confini, li rinforza quando serve, ma offre anche la possibilità di alleggerirli quando diventano troppo pesanti o soffocanti. È il punto che aiuta a modulare il contatto con l’esterno, a proteggersi senza chiudersi, a comunicare senza dissolversi.
Trattare TR5 significa aprire una porta in sicurezza, permettere agli scambi di fluire senza che il dentro venga travolto dal fuori, e senza che il fuori violi il dentro. È il custode di quell’equilibrio sottile tra l’essere in relazione e il rimanere centrati, tra il comunicare e il proteggersi, tra il donarsi e il preservarsi.
Gai Kan non impone, accompagna. È la soglia che si apre quando il momento è giusto, che protegge senza imprigionare e che consente all’individuo di scegliere come e quanto esporsi. È un invito a riconoscere i propri limiti non come muri, ma come confini sacri da rispettare e modulare con saggezza.
Attivando questo punto, si riapre il dialogo tra il sé e il mondo, tra l’intimità del vissuto e la relazione con l’altro. Ed è in questo spazio fluido e protetto che il Ki può scorrere in armonia, nutrendo il contatto e il distacco, la vicinanza e la distanza, in una danza continua tra il dentro e il fuori.

Due Chiavi, Un Solo Disegno: La Complementarità tra Ashi Rin Kyū e Gai Kan
Nel vasto sistema dei Meridiani Straordinari, ogni punto di apertura ha un suo compagno, un alleato che lavora per completare e sostenere la sua funzione. Così è per VB41 – Ashi Rin Kyū e TR5 – Gai Kan: due chiavi che, se utilizzate insieme, aprono contemporaneamente la cintura che trattiene e la porta che protegge.
Mentre Ashi Rin Kyū agisce come custode dei ricordi emozionali e delle tensioni antiche, raccogliendo e trattenendo ciò che la persona non è ancora pronta ad affrontare, Gai Kan si fa guardiano della soglia esterna, regolando il flusso tra l’interno e l’esterno, tra il proprio mondo e quello degli altri.
Insieme creano un equilibrio prezioso: permettono di lasciare andare ciò che è pronto per essere trasformato e, allo stesso tempo, di proteggere ciò che ancora necessita di restare al sicuro. Una cintura che si allenta e una porta che si socchiude, rendendo possibile il fluire armonico del Ki lungo le vie straordinarie del corpo e dell’anima.
Quando questi due punti vengono attivati, il corpo risponde come se riconoscesse un linguaggio antico. È un invito al cambiamento, ma anche un richiamo al rispetto dei propri tempi interiori. Una danza tra il dentro e il fuori, tra il custodire e il lasciare andare, tra il trattenere e l’accogliere. Un ascolto profondo di sé, accompagnato dalla consapevolezza che ogni confine può essere ridisegnato e ogni peso, alla fine, può essere liberato.
Conclusione
Come una brezza leggera che solleva il velo della memoria, così l’unione di Ashi Rin Kyū e Gai Kan ci accompagna nel viaggio più prezioso: quello verso il centro autentico di noi stessi, là dove ogni nodo si scioglie e ogni porta trova il coraggio di aprirsi.